Ho ritrovato nel computer alcuni disegni fatti tempo fa, abbastanza per non ricordarmi di preciso quando.
Mi ricordo solo che avevo voglia di esercitarmi con la tavoletta grafica, giocare e vedere come sarebbe venuto fuori un fumetto composto da immagini fotografiche inchiostrate in digitale. Così mi metto a esplorare su facebook, nelle gallerie di amici di amici di amici, alla ricerca di immagini quanto più trash possibili, da ricalcare a photoshop. Sono fiducioso. E infatti trovo un sacco di fantastici autoscatti, la maggior parte dei quali fatti con il cellulare, magari in cameretta. O allo specchio del bagno. Perché no!
Mi viene la voglia di farne una serie! Sai quelle cose tipo un disegno al giorno per un anno.
Di materia prima ce n'è! Strani copricapi, frangette stirate con la piastra, occhialoni da sole indossati di notte, rosari e crocifissi, duckface che manco a Paperopoli.
Poi dopo pochi giorni tutto cade nel vuoto.
Sì, i disegni mi divertono. Ma non funzionino. Quei personaggi così ridicoli della foto, se ricalcati, perdono tutta la carica grottesca che tanto mi piace. Come se il disegno rendesse plausibile il fatto di indossare un cappellino da baseball sopra la cuffia, i rayban di plastica e farsi le foto da soli in salotto.
Qui ci sono le basi per aprire un dibattito di semiotica.
2 commenti:
L'ultima è stupenda :D
Belli, Gabri, però sono d'accordo, il disegno toglie loro tutto il sapore grottesco dell'autoscatto, rendendoli plausibili. Un esperimento interessante!
Posta un commento